Limiti planetari e Nuove Entità

Cosa sono I limiti planetari  

Tutti quanti ormai hanno sentito almeno nominare concetti come “cambiamento climatico”, “riscaldamento globale”, “emergenza climatica”, “effetto serra”, tutti quanti collegati alle attività umane che emettono nell’atmosfera molta CO2 (e anche altri gas che catturano energia solare), causando in questo modo un riscaldamento dell’aria e modificando il clima terrestre. Molti sono anche, giustamente, preoccupati di questa situazione, non solo gli scienziati che da decenni la studiano e cercano con poco successo finora di comunicarla al grande pubblico ed ai decisori politici.

Sono meno le persone che però sanno anche che quella delle eccessive emissioni di CO2 e dei gas climalteranti è solamente una delle diverse emergenze ambientali in cui siamo immersi, a causa delle  azioni dell’umanità nei secoli precedenti e nei decenni recenti. 

Dal centro di ricerca ambientale svedese Stockholm Resilience Centre, Johan Rockström con un team internazionale, ha iniziato dal 2009 [1] e ha continuato anche in seguito [2] a valutare come l’umanità stia modificando l’ambiente terrestre. Quando le modifiche che apportiamo eccedono le capacità della natura di ripristinare la situazione, possiamo dire che questi cambiamenti non sono sostenibili.

In questa immagine sono identificate, in spicchi diversi del cerchio, diverse dimensioni o processi ambientali in cui, fin dall’inizio di questi studi, si è visto che abbiamo superato i limiti della terra (spicchi evidenziati in color rosso) e si può notare che il rischio associato al ben noto cambiamento climatico è, per il momento, ancora in color giallo, classificato come rischio crescente.  

Dove trovare materiali utili

Se si vuole un poco approfondire andando alle fonti di questi concetti, si possono trovare spiegazioni sia ad un livello introduttivo che ad un livello più approfondito.

La voce enciclopedica [ 3 ]  “Confini planetari – Planetary boundaries Confini planetari” è parecchio dettagliata e spiega con chiarezza tutti i concetti (anche se non è aggiornata con le ultime proposte)  https://it.abcdef.wiki/wiki/Planetary_boundaries     https://it.abcdef.wiki/wiki/Planetary_boundaries

Per chi preferisce la visualità, c’è [ 4 ]  ‘Superare i limiti: la scienza del nostro pianeta’: un documentario (disponibile su Netflix) diretto da Jon Clay, condotto dal grande divulgatore Sir David Attenborough e dallo stesso Johan Rockstrom dello Stockholm Resilience Centre.

Del Convegno dell’Asvis [ 5 ] “S.O.S. – I limiti planetari  e le diseguaglianze sociali”, tenuto al Festival dello Sviluppo Sostenibile 2021, è disponibile il filmato (2,5 ore) https://youtu.be/9ff0XDRwzqE

Dalla presentazione del libro [ 6 ]  “Effetto Serra, Effetto Guerra” di Gremmenos Mastrojeni, del 22 Novembre 2017 all’Università per stranieri di Perugia, dal minuto 32: viene trattato anche il concetto dei Limiti Planetari – https://youtu.be/Cou1bEcdcdE

Quali sono -più in dettaglio- i Limiti Planetari

Il sistema Terra consiste in un insieme di cicli naturali intrecciati tra di loro, con regole complesse di interazione. L’effetto che il genere umano ha avuto e sta avendo ha modificato i cicli naturali della Terra, soprattutto da quando, con la rivoluzione industriale, c’è stata una accelerazione della crescita di popolazione e delle energie e dei materiali utilizzati ed è iniziata l’era identificata come Antropocene.

I processi critici che l’umanità sta cambiando sono stati indentificati in nove e per ciascuno di essi è stata identificata una o più variabili da tener sotto controllo per capire se il ciclo è stato alterato e quanto pericolosamente. Sono stati identificati dei valori di “confine di sicurezza” entro i quali si dovrebbe rimanere, per avere la certezza che i cicli naturali non vengano irrimediabilmente modificati, e dei valori di “soglia”, oltre i quali c’è il serio rischio di non poter tornare più indietro, una volta superati.

I nove processi individuati sono: cambiamento climatico, perdita di biodiversità, ciclo biogeochimico (azoto e forsforo), acidificazione degli oceani, uso del suolo, acqua dolce, riduzione dell’ozono, aereosol atmosferici e inquinamento chimico. Nella prima versione degli studi, per gli ultimi due non vi era stato modo di dare delle valutazioni quantificate.

Dei primi sette, invece, una valutazione delle variabili di controllo era stata possibile e si era visto che i primi tre il confine della zona di sicurezza era già stato superato.  

Le variabili di controllo cui abbiamo fatto superare il confine sono, rispettivamente: per il cambiamento climatico, la concentrazione di anidride carbonica dell’atmosfera, che è attualmente intorno a 420 parti per milione (ppm) e dovrebbe esser sotto a 350 ppm; per la perdita della biodiversità, il tasso di estinzione, misurato con la perdita del numero di specie estinte ogni anno per milioni di specie esistenti (MSY), che ora è superiore a 100 e dovrebbe essere ben inferiore a 10; per i clicli biogeochimici, la quantità di azoto atmosferico fissato e tolto dall’atmosfera (BNF) dovrebbe essere minore di 35 milioni di tonnellate all’anno ed è invece oltre i 120;  

Nuove (brutte) notizie sulle Nuove Entità

Alla situazione già non bella per come la si conosceva finora, recentemente si sono aggiunte nuove pesanti preoccupazioni, perché anche per il gruppo di alterazioni classificate nome Novel Entities (nuove entità – NE) vi sono prove sufficienti a dire che i limiti sono stati superati. Con Novel Entities si intendono quei gruppi di sostanze che non sono di origine naturale, cioè che sono state introdotte dall’umanità tramite processi chimici ed industriali che non esistevano prima in natura. Tra queste Entità spiccano tutta una serie di prodotti chimici e primariamente le plastiche. Nella figura aggiornata, inserita nell’articolo che ha analizzato la situazione del gruppo Novel entities [ 7 ] , si vede come anche per questo gruppo ci si è posizionati ben al di fuori dei limiti che i processi naturali sono in grado di assorbire.

Il percorso scientifico

Il cammino per ottenere, tramite delle variabili di controllo, una valutazione scientifica dell’impatto e dei limiti di sicurezza relativi alle Novel Entities non è stato semplice. Si è iniziato con l’identificare un cammino generalizzato per le nuove entità, che connettesse la capacità produttiva al rilascio nell’ambiente e alla distribuzione delle perturbazioni dei cicli naturali. Poi sono stati identificati i criteri (F-fattibilità, R-rilevanza, C-completezza) che le variabili di controllo devono possedere.

Poiché le nuove entità sono così tante e così diverse tra loro, con l’elevata probabilità di crescere ancora in futuro, con impatti tra loro differenti, le variabili di controllo devono essere costruite in modo diverso da quelle per gli altri Limiti Planetari.

Il risultato delle valutazioni, infine, è stato che sia necessario avere non una singola variabile, ma un insieme di variabili di controllo, per poter avere una strategia di allerta sui rischi planetari e per decidere delle azioni informate.

Quali sono le variabili di controllo analizzate e scelte? Ne sono state scelte 7, di tre categorie :

  • Quantità di prodotti chimici realizzati, quantità di materie plastiche realizzate, percentuale di prodotti chimici verificati come sicuri;
  • quantità di emissioni di prodotti pericolosi, quantità di rilascio di plastiche nell’ambiente;
  • tossicità dell’inquinamento chimico, disturbo all’integrità della biosfera a causa dell’inquinamento da plastiche 

Purtroppo siamo già in una situazione in cui la creazione e la produzione di nuovi prodotti chimici diversi eccede la capacità dei governi e delle agenzie di controllo di verificarne la sicurezza e di tenerli sotto controllo. Siamo quindi già al di fuori della zona di sicurezza per l’umanità (e per la biosfera del pianeta).

Che fare?

Da un lato bisogna istituire migliori e più diffuse metodologie di indagine sulle variabili di controllo, per ottenere una più robusta quantificazione dei dati.

Ma non bisogna stare fermi nel frattempo. E’ necessario fare passi urgenti per porre dei limiti, con validità internazionale, sulla produzione di plastiche e di prodotti chimici, in modo da poter contenerne il rilascio nell’ambiente entro livelli gestibili.  

Chi si potrebbe opporre

Questo compito è sicuramente arduo e sarà combattuto, senza limitazioni di mezzi, da tutta una serie di attori che ne sarebbero finanziariamente danneggiati (alla faccia della salute delle popolazioni e della biosfera).

Ci si potrà attendere una lotta da parte di società produttrici di sostanze chimiche, da prodotti farmaceutici, produttori di materie plastiche, produttori di detersivi, produttori di concimi, produttori di gomma, società estrattive e minerarie, utilizzatori che si basano su questi prodotti (società del lusso e della cosmesi, produzione di cibi, ….)

Ci si possono attendere tecniche utilizzate altre volte in passato, riguardo ai danni del fumo, delle benzine, del cambiamento climatico (negazione del pericolo, attacchi a ricercatori, tecniche per distrarre su altri argomenti, tecniche per ritardare le misure limitative,…)  

Che dobbiamo fare noi

Anche se è faticoso, per difendere il nostro futuro e quello dell’ambiente, abbiamo alcuni compiti da eseguire:

  • dobbiamo continuare ad informarci e a discuterne in pubblico, senza timore,
  • dobbiamo premere sui politici perché seguano la scienza e non le lobby dei produttori delle materie pericolose, perché limitino la produzione di plastiche e di prodotti chimici non testati, e perché non appoggino eventuali trattati di commercio internazionale che riducano i controlli sui prodotti commercializzati,
  • dobbiamo votare bene quando ce n’è la possibilità democratica, scegliendo chi è a favore della limitazione dei rischi per i cittadini.

Non sarà facile, ma con l’aiuto di chi si schiera per un futuro migliore, ci si può riuscire.

M.O.

Riferimenti

[ 1 ] Rockström J., Steffen W., Noone K., Persson A., Chapin F. S., Lambin E. F., Lenton T. M., Scheffer M., Folke C., Schellnhuber H. J., Nykvist B., de Wit C. A., Hughes T., van der Leeuw S., Rodhe H., Sörlin S., Snyder P. K., Costanza R., Svedin U., Falkenmark M., Karlberg L., Corell R. W., Fabry V. J., Hansen J., Walker B., Liverman D., Richardson K., Crutzen P., Foley J. A., A safe operating space for humanity. Nature 461, 472–475 (2009).       Anche su Ecology and Society  http://www.ecologyandsociety.org/vol14/iss2/art32/

[ 2 ]  Will Steffen, Katherine Richardson, Johan Rockström, Sarah E. Cornell, Ingo Fetzer, Elena M. Bennett, Reinette Biggs, Stephen R. Carpenter, Wim de Vries, Cynthia A. de Wit, Carl Folke, Dieter Gerten, Jens Heinke, Georgina M. Mace, Linn M. Persson, Veerabhadran Ramanathan, Belinda Reyers, Sverker Sörlin   – Planetary boundaries: Guiding human development on a changing planet –  Science Vol347, N0.6223 – 15 Jan 2015 – https://www.science.org/doi/10.1126/science.1259855

[ 3 ] Confini planetari – Planetary boundaries Confini planetari” https://it.abcdef.wiki/wiki/Planetary_boundaries    

[ 4 ]  ‘Superare i limiti: la scienza del nostro pianeta’  – Jon Clay – Sir David Attenborough, Johan Rockstrom – https://www.netflix.com/it/title/81336476

[ 5 ] “S.O.S. – I limiti planetari  e le diseguaglianze sociali”, Convegno Asvis 29-Set-2021,  Festival dello Sviluppo Sostenibile 2021 – https://youtu.be/9ff0XDRwzqE  (2,5 ore)

[ 6 ] “Effetto Serra, Effetto Guerra” – Gremmenos Mastrojeni – Presentazione del 22 Novembre 2017 – dal minuto 32:  –  https://youtu.be/Cou1bEcdcdE

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